In attesa degli sviluppi (anche giudiziari) ce n'è a sufficienza per rimettere sul tavolo il vecchio tema delle "relazioni pericolose" tra medici e farmacisti: le due professioni dovrebbero rimanere separate da un muro invalicabile, di fatto sono spesso legati da rapporti immobiliari, con i primi ad affittare ai secondi appartamenti contigui alla farmacia per ospitare lo studio. «L'unica strada per vietare questo genere di rapporti» osserva il presidente della Fnomceo, Amedeo Bianco «sarebbe quella di un intervento legislativo. Che poi chi vuole scavalcherebbe facilmente con società di comodo o altre scorciatoie. No, è una questione che affonda nell'etica individuale, nella sensibilità di ciascuno. E poi, laddove emergessero profili penali, provvederà la magistratura».
«Io evito sempre questo genere di rapporti con il farmacista» rincara Roberto Carlo Rossi, presidente dell'Ordine di Milano «ma è difficile riuscire convincenti con i giovani medici che iniziano la professione con 400 o 500 pazienti e non hanno di che pagarsi lo studio. Se qui a Milano ormai un terzo dei Mmg è in affitto da un farmacista, se in città un'insegna offre a tariffe "calmierate" non solo lo studio, ma anche telefono, segretaria e infermiera, una ragione ci sarà. I costi aumentano, i compensi sono bloccati da anni, questo è il risultato»
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